In questi giorni sta girando questo grafico che promuove la solita campagna anti social-network portata avanti dai media mainstream.
Premetto subito due cose:
1) Si tratta anche questa di una (mezza) fake
2) Le fake sui social network certmente esistono, ma i maggiori generatori di fake sono di gran lunga i governi e i media mainstream.
Tutti i media di massa hanno diffuso nei giorni scorsi la velina militare della morte dell’ammiraglio russo. Lo hanno fatto , come sempre, senza verifica e pur sapendo che la propaganda è scontata in tempo di guerra. Il giorno dopo, dopo la smentita del Cremlino, hanno ammesso implicitamente di aver divulgato la potenziale fakenews senza verifica, ovvero i professionisti dell’informazione hanno ammesso di fare ciò che nel tempo libero fa la gran parte degli utenti di Facebook. Naturalmente tra i media di massa che hanno divulgato la velina c’era anche Open che funge da fact-checker e dice a Facebook cosa possono o non possono pubblicare gli utenti di FB. Questo accade fin dal primo giorno di guerra quando i media di massa all’unisono hanno divulgato le immagini dei carri armati russi che schiacciavano le auto a Kiev dove ormai tutti sanno i Russi non sono mai arrivati. Chi ha studiato sa che le fakenews sono DA SEMPRE divulgate in massima parte dai governi e dai mass media. Chi ha studiato sa anche che da sempre in stragrande maggioranza (pochissime eccezioni come Il Fatto o la Verità) i giornali italiani sono controllati in perenne perdita da gruppi imprenditoriali che evidentemente non li controllano per fare business con l’informazione, come sarebbe legittimo, ma li controllano per controllare l’opinione pubblica, il che è molto meno legittimo.
La notizia che ha ispirato la tabella è questa:
<Facebook oltre 45 mila contenuti perché "violavano le politiche di disinformazione dannosa per la salute o di interferenza con gli elettori nei Paesi degli stati membri dell'Ue". È quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sull'attuazione del Codice di condotta da parte della piattaforme social.> (agi.it)
1) Rapporto è, dunque, della Commissione Europea (organismo politico molto discutibile) e di scarso controllo democratico e scarsa trasparenza (vedasi contratti censurati stipulati con le farmaceutiche).
2) Fake sulla disinformazione sulla salute? Ricordiamoci che l'ISS, da quanto emerge dalle carte del processo di Bergamo ha manipolato sistematicamente i dati omettendo sistematicamente anche quelli sui danni avversi del vaccino
3) Facebook personalmente mi ha censurato anche un articolo del Fatto Quotidiano etichettandolo come fake quando elencava solo gli slogan di piazza.
Insomma, si tratta di un grafico disegnato partendo da rapporto elaborato da un organismo POLITICO di GOVERNO come la Commissione Europea (che, come si diceva, evidenzia oggettivi elementi di scarsa democraticità, controllo e trasparenza), elaborato con il preciso scopo di giustificare l'azione di CENSURA che intende adottare l'Europa nei prossimi anni con l'entrata in vigore il Digital Services Act.
Le testate giornalistiche mainstream hanno poi estrapolato arbitrariamente i numeri assoluti citati autoreferenzialmente dalla Commissione stessa per portare avanti la loro personale campagna contro i social network (con l'ennesima evidente mancanza di correttezza dei dati assoluti messi sullo stesso piano e senza spiegare come vengono dedotti).
Questo la dice lunga proprio su come nascano le fakenews prodotte, appunto, dai governi e divulgate principalmente dai media mainstream.
Naturalmente poi queste fakenews le leggiamo anche sui social sulle bacheche di chi è convinto che La Repubblica dispensi informazione.
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